Canzi: “Non potrei essere più felice”

Dopo l’annuncio arrivato in mattinata, Max Canzi incontra la stampa per commentare la conferma alla guida dell’Olbia per la stagione 2021/2022. Al suo fianco, Tomaso Tatti che non nasconde la soddisfazione per quella che è stata una “prima scelta per il club“. Il direttore sportivo ha quindi immediatamente motivato le ragioni della decisione: “Siamo convinti che la conferma del mister sia la soluzione migliore perché veniamo da una stagione chiusa in crescendo che ci ha visti a un passo dalla conquista dei playoff e soprattutto da un ottimo lavoro svolto con i giovani della rosa. È giusto continuare insieme, Max è un allenatore che tanto professionalmente quanto umanamente sposa nella maniera giusta il progetto e i principi del club. Abbiamo trovato subito l’intesa: il mister voleva noi, noi volevamo il mister

La parola passa quindi a Canzi: “Olbia era la mia priorità e sono felicissimo di essere qua. Devo ringraziare il presidente e il direttore per questa opportunità. Nonostante avessi ricevuto qualche altra richiesta, ho preferito aspettare di incontrare l’Olbia e in breve tempo abbiamo capito che c’erano tutti i presupposti per continuare insieme“. Il tecnico ripercorre quindi i passi della stagione conclusa e da quella riparte: “Veniamo da una stagione di grandi emozioni, sia nelle cose belle che in quelle meno belle. Mi sono trovato da subito bene e ho come la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto. La mia è stata una scelta naturale e doverosa. Il mio lavoro, qui, non è finito“. 

L’inizio della nuova stagione, la sesta consecutiva per l’Olbia in Serie C, è ancora lontano ma comprensibilmente la conversazione scivola verso gli obiettivi stagionali. Su questo aspetto è Tatti a tracciare la strada: “Ci attende un campionato impegnativo e sappiamo che probabilmente dovremo affrontarlo alla luce di una riforma strutturale del calcio italiano. Vedremo che cosa comporterà, adesso è presto per definire un obiettivo chiaro, ma è normale che vogliamo migliorare il risultato conquistato lo scorso anno. La riforma ci dirà anche di quanto ci sarà bisogno di crescere“.

Si discorre anche di giocatori e costruzione della rosa, sulla quale il direttore precisa che “ripartiremo da un’ossatura importante, quella che l’anno scorso ci ha permesso di fare bene. Diversi giocatori sono già sotto contratto, altri come Ragatzu hanno rinnovato e con altri ancora, penso ad Arboleda, siamo a buon punto. Con tutti gli altri sono in corso dei colloqui e vedremo in queste settimane. La volontà è quella di parlare con tutti i giocatori in scadenza, ma posso dire sin da ora che a Olbia resterà solo chi dimostrerà davvero di avere voglia di rimanere. Di indossare questa maglia con convinzione e passione. L’arrivo di Ciocci? Sì, non nascondiamo che ci piace, ma un suo eventuale arrivo non escluderebbe una permanenza di Tornaghi. Vedremo a tempo debito. Così come per qualsiasi discorso che riguarda il futuro dei giovani del Cagliari. A campionato concluso, si faranno insieme tutte le valutazioni. Sicuramente abbiamo la fortuna di avere un allenatore che conosce diversi giovani per averli allenati. E che, anche con i ragazzi di un settore giovanile dell’Olbia in costante crescita, ha fatto un ottimo lavoro nell’avviamento al professionismo“. 

Sulla conferma di Ragatzu viene interpellato anche il tecnico: “Devo dire che io – scherza Canzi – non ho la capacità di risolvere le partite da solo, mentre Daniele sì, quindi sono molto contento di poterlo allenare anche la prossima stagione. Credo che la sua conferma dica anche di come la società intenda programmare il prossimo campionato. Stiamo parlando di un top player della categoria, nessuna avversaria ha un giocatore simile“. Sul modulo, dopo le sperimentazioni e transizioni della scorsa stagione approdate a un 4-3-1-2 che ha dato non poche soddisfazioni: “Io ho sempre avuto una sola certezza: è molto meglio adattare il modulo ai giocatori che non il contrario. Detto questo, la mia storia dice che ho spesso usato il trequartista perché consente di giocare in un modo molto elastico. Questo non vuol dire che sicuramente giocheremo in quel modo, anche perché non ce ne sono tanti in giro di trequartisti, però il fatto di partire da una base tattica consolidata ci permetterà di fare tesoro del grande lavoro fatto lo scorso anno“. 

Sulla squadra che sarà l’allenatore riprende il discorso del direttore: “Siamo a fine maggio e non abbiamo niente da nascondere: stiamo vivendo una fase embrionale della stagione che verrà, com’è giusto che sia. Io sono abituato a lavorare con i giocatori che vengono messi a disposizione, ma qui a Olbia ho potuto constatare con mano che le decisioni vengono prese insieme e dopo confronto. A gennaio decidemmo insieme di non fare operazioni e credo che la scelta abbia pagato. Obiettivi? Nella mia vita ho sempre cercato di migliorare ciò che ho fatto in passato“.

In chiusura un auspicio che muove dal calcio e abbraccia la città: “La speranza più grande è quella di poter rivedere il pubblico allo stadio, per ricevere il calore dei tifosi, sia nel bene che nel male. Il calcio senza tifosi non può esistere e il rimpianto più grande che ho dell’anno trascorso a Olbia è quello di non aver potuto vivere una stagione normale sotto questo punto di vista. Anche per questo, sono felice di essere rimasto“. 

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