È iniziato l’Oratour dell’Olbia!

Un ritorno alle origini, laddove il calcio custodisce la propria essenza di libertà, passione e divertimento. Il calcio rionale, il calcio di parrocchia, il calcio degli oratori, di quegli spazi che hanno segnato e avviato ai più sani principi e alle migliori carriere sportive generazioni e generazioni di ragazzi italiani.

Muove da questa esigenza la missione “Oratour“, il nuovo progetto promosso dalla Società per ripristinare un collegamento diretto tra l’Olbia Calcio e quelle realtà che, nel quotidiano, promuovono la condivisione dello sport all’interno di percorsi ludico-educativi che stimolano la ricerca della cooperazione e preservano la spensieratezza e il magico trasporto che il calcio, il gioco più bello del mondo, ha il potere di instillare in tutti coloro che lo praticano. 

Oratour è dunque un viaggio finalizzato alla scoperta e all’incontro con la vivacità e le emozioni di chi popola gli oratori e i luoghi di aggregazione giovanile. La prima fermata è stata giovedì 25 luglio presso la Parrocchia Santa Anastasia Martire di Buddusò, quando una rappresentanza dei giocatori bianchi si è recata per salutare gli oltre 100 bambini del GREST organizzato da Don Angelo e dai tanti volontari che seguono le attività ricreative.

I ragazzi, accolti con un entusiastico bagno di folla, hanno dunque omaggiato i piccoli e appassionati tifosi e gli operatori della Parrocchia con un abbonamento personalizzato per assistere alle partite che l’Olbia giocherà al Nespoli nel campionato di Serie C. Dopo la consegna del tesserino, è arrivato il momento degli autografi e delle foto, sino a quando il pallone non ha fatto capolino nel campetto dando il la all’inizio di un’altra storia fatta di tiri in porta, palleggi volanti e prove di abilità insieme a Pennington, Mastino, Dalla Bernardina e Pitzalis. È stato il momento dell’ammirazione, dell’entusiasmo e di una passione che – si sente – prospera sana e forte. 

Una passione che l’Olbia intende supportare concretamente da vicino per mantenere intatta nel tempo e nel percorso di crescita che conduce all’età adulta, l’indescrivibile gioia che solo un pallone che rotola davanti a un bambino e a chi lo guarda divertirsi può suscitare. 

Perché, per dirla con Albert Camus, “non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio“.

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