All’indomani del
pareggio interno ottenuto contro il Como, a parlare in casa Olbia è il patron
Alessandro Marino. Diversi i temi affrontati e sviscerati dal numero uno bianco che fa luce sugli aspetti salienti di questo avvio di stagione della squadra.
pareggio interno ottenuto contro il Como, a parlare in casa Olbia è il patron
Alessandro Marino. Diversi i temi affrontati e sviscerati dal numero uno bianco che fa luce sugli aspetti salienti di questo avvio di stagione della squadra.
SULLA SFIDA CON IL COMO. “È stata una gara combattuta che poteva terminare con più gol da una parte e dall’altra. La buona notizia è che siamo sempre molto pericolosi in avanti, quella meno buona è che soffriamo ancora un po’ troppo le situazioni difensive sulle palle alte. Il mister e lo staff stanno lavorando per correggere questi difetti e già sulle palle inattive si è visto che i primi correttivi hanno funzionato. Lo sforzo di provare a migliorarsi giorno per giorno è una delle doti che apprezzo di più in Filippi. Non è scontato, visto che tanti allenatori seguono una strada univoca convinti di avere il verbo.”.
SULL’ARBITRAGGIO. “Non amo commentare l’operato arbitrale ma le immagini catturate dal campo mostrano l’evidenza che il fallo su Parigi fosse ampiamente dentro l’area di rigore, come tutto lo stadio aveva percepito. Sappiamo che la Serie C è un laboratorio formativo anche per gli arbitri ed è chiaro che al momento come Lega non possiamo permetterci di avere la VAR, un fattore che espone i direttori di gara all’errore e chi guarda alla frustrazione, avendo ormai acquisito gli standard della Serie A. In questo senso auspicavo che il maggior coordinamento tra assistenti ed arbitri grazie agli auricolari potesse limitare questi casi ma evidentemente serve qualcosa in più. Si deve trovare il modo di evitare gli errori macroscopici”.
SULLA SQUADRA. “Questa è un’Olbia che non ha stelle, ma un gruppo di giocatori eterogeneo per caratteristiche che ci consente di affrontare al meglio l’avversario di turno a seconda delle necessità. Sono convinto che le stelle emergeranno solo se il gruppo sarà unito e solido. Se qualcuno si sente già tale, sbaglia. È il campo a parlare, unico e sovrano. Con le chiacchiere non si costruiscono le carriere. Prima si capisce questo concetto e meglio è”.
SUL FUTURO. “Sappiamo di avere nella qualità del gioco e dei nostri interpreti armi affilate per fare male, ma è chiaro che le ambizioni di una squadra si misurano soprattuto dalla capacità di essere solidi e impermeabili dietro. Mi aspetto che tutti diano il 110% per portare a casa più punti possibili a partire dalla gara di Pistoia. In campo voglio sempre l’Olbia vista nelle prime tre partite di campionato e quella che, a tratti, ho visto ieri”.