Di sicuro tre sconfitte consecutive possono bastare. Così come il digiuno di successi a cui il “Nespoli” si è sottoposto da quando, era il 14 ottobre 1973, l’Olbia batteva per l’ultima volta nella propria storia il Prato tra le mura amiche. Quasi quarantacinque anni dopo, i bianchi hanno l’opportunità di mettere fine a un’inedia di cui non si sente e non si è mai sentita alcuna necessità.
A maggior ragione se si va a vedere che gli ultimi tre incroci (tra casa e trasferta) hanno visto i lanieri beffare letteralmente e regolarmente i nostri. È successo nella scorsa stagione, quando all’andata il Prato ultimo in classifica espugnò inopinatamente il Nespoli con una doppietta di Romano che rese vano il gol della speranza siglato da Kouko nonostante il forsennato assedio finale biancolbiese. Ed è successo poi nella gara di ritorno che si incasellò all’interno della lunga striscia negativa (segnò Muroni dopo appena 50”, ma finì ancora 2-1 per i toscani), così come nella sfida della stagione in corso, con un Prato non irresistibile ma vincente per effetto dell’autorete di Ogunseye, mentre l’Olbia se la prendeva con sé stessa e con il direttore di gara per il macroscopico fallo di mano in area pratese al 92′ non sanzionato.
Ce n’è abbastanza insomma, per presentare il conto alla Dea Bendata e presentarsi in campo convinti di poter riscattare tutto ciò. Per reindirizzare sui binari giusti una serie che mette radici sul finire della Primavera del 1969, quando l’Olbia si apprestava a concludere il proprio terzo campionato in Serie C, il primo dell’era Pintus, con un ragguardevole settimo posto in classifica. A decidere la contesa contro fu la rete messa a referto da Bruni al 68′. Il pareggio per 1-1, colto invece nell’annata successiva all’ultima giornata di campionato, valse all’Olbia la permanenza in categoria: i bianchi arrivarono al confronto appaiati al terzultimo posto con Torres e Siena e una potenziale classifica avulsa non favorevole. Il gol di Selleri, poi impattato da Graziani, regalò dunque il punto decisivo, mentre la squadra bianconera cadeva sotto i colpi della Sambenedettese.
Nella stagione successiva si materializzò il secondo successo biancolbiese: a decidere la sfida fu una rete di Giuntini nel corso del primo tempo. Nel campionato 1971/72 Caocci recuperò lo svantaggio fissando il risultato sull’1-1, mentre un anno dopo Guspini fu match winner nella ripresa, imitato nel campionato 1973/74 da Ermanno Beccati, l’ultimo marcatore in maglia bianca a mettere la firma su una vittoria olbiese in via Ungheria. Nei successivi quattro confronti arrivarono infatti altrettanti pareggi (due 0-0 e due 1-1) sino a quando, è storia recentissima e già accennata, il Prato riuscì a macchiare d’azzurro lo storico dei precedenti, cogliendo il proprio primo storico successo in Sardegna.
Con un po’ di candeggina e tanta, tantissima passione, apprestiamoci sabato dunque a rendere più brillante il vessillo biancolbiese.